
Un problema quindi molto diffuso anche se poco conosciuto e di cui si parla poco. Ho più volte ribadito come il primo passo per risolvere il problema del fischio dell’acufene sia un’autodiagnosi per capire le possibili cause (per questo, se sei iscritto alla mailing list, ti basta inserire la tua mail nel modulo a fine articolo, riceverai anche un questionario per fare un’auto-analisi). Se non c’è una cura assoluta per il ronzio alle orecchie è anche perché le cause sono varie e non sempre conosciute. Infatti il 57% dei casi di acufene sono idiopatici vale a dire senza cause precise, colpendo anche chi gode di un buon udito.
Nonostante l’elevato impatto socio-economico, la ricerca per l’acufene è piuttosto limitata. E’ quindi un’ottima notizia il fatto che l’Unione Europea abbia approvato il finanziamento del Cost Action Tinnet, con lo scopo di creare un network di ricerca internazionale.
La dott.ssa Alessandra Fioretti, otorinolaringoiatra e audiologa, responsabile scientifico del Tinnitus Center di Roma e ora parte del progetto europeo conferma l’importanza della fase di auto analisi:
“La fase della diagnostica è molto importante e con i colleghi europei ci siamo confrontati perché le esperienze sono diverse da Paese a Paese. Il nostro obiettivo finale è cercare di arrivare a degli standard uguali per tutti, in modo da poter lavorare in maniera simile tra i diversi centri, e anche a grandi database con raccolta di dati che siano sempre più crescenti e corretti, proprio perché raccolti con criteri uguali per tutti”.
Si evince come finalmente si prenda atto della complessità della malattia, tanto che si esprime la necessità di un approccio multidisciplinare alla malattia, che veda insieme otorini, audiologi, psicologi e ricercatori, per individuare la terapia migliore per ogni paziente.
“Per trattare l’acufene è importante seguire metodologie multidisciplinari andando a definire tutte le possibili cause di comorbidità, andando per esempio a fare uno studio più sostanzioso a livello della tiroide o di possibili malattie autoimmunitarie o di una possibile correlazione con una trombofilia.
Gli accertamenti vanno fatti e vanno considerati anche nell’ambito delle componenti somatosensoriali, in caso di acufene, infatti, ci può essere un collegamento con una compromissione a livello della colonna cervicale o dell’articolazione temporo-mandibolare, ed è molto importante non sottovalutare neppure la presenza dei disturbi del sonno. Si tratta di tanti aspetti che vanno considerati nel paziente e bisogna non sottovalutarli perché potrebbero portare ad un insuccesso terapeutico”.
Lo sanno bene anche i lettori di questo sito che si sono rivolti ad ogni forma di specialista medico. In vari articoli ho spiegato il legame dell’acufene con varie cause quali patologie del sistema uditivo, cervicale, tiroide, dieta, stress etc.
L’acufene di grado severo è spesso associato a depressione, ansia e insonnia che comportano conseguenze socio-economiche importanti. In considerazione dell’aumentata esposizione al rumore nelle attività quotidiane e ricreative, il numero di persone colpite da acufene tenderà ad aumentare.
“Gli studi epidemiologici del settore rinforzano l’idea di questo crescente aumento dell’incidenza dell’acufene: i dati parlano di una prevalenza che va dal 10% al 15% della popolazione. Negli Stati Uniti si calcolano circa 45 milioni di americani che soffrono di acufene, mentre in Italia uno studio epidemiologico condotto dall’Istituto ‘Mario Negri’ di Milano ha evidenziato come anche nel nostro Paese ci sia una percentuale abbastanza sostanziosa, con 3 milioni di persone che soffrono di acufene e più di 600mila in forme severe
C’è addirittura un 50% di pazienti che non ha una causa nota e si definiscono idiopatici. Ci può essere una causa di acufene anche in caso di udito normale, quindi non sempre l’acufene si associa ad una perdita dell’udito”.
Il Tinnet è un network di ricercatori nato con lo scopo di investigare le cause e le terapie più adatte ai vari tipi e sottotipi di acufene, per predisporre entro il 2018 un protocollo condiviso (linee guida) di gestione clinica per la diagnosi e il trattamento degli acufeni. Si spera che finalmente si possano fare passi avanti nella ricerca e nella cura di questa malattia molto sottovalutata.