Chiesta la copertura del servizio sanitario per gli acufeni

cosa sono acufeniL’acufene è attualmente un disturbo non riconosciuto e quindi non coperto dal sistema sanitario nazionale. Chi soffre del fastidioso ronzio all’orecchio quindi non può contare su assistenza, a parte le normali visite dal medico curante e dall’otorino. Ho già segnalato come vi sono ormai parecchie richieste per il riconoscimento dell’acufene come malattia. Riporto in proposito un comunicato sul tema che mi è stato inviato.

«Regione Lombardia si sta muovendo per assicurare la messa in rete dei centri di otorinolaringoiatria e di cura all’udito, che si estendono a quanti sono affetti da acufeni, e per garantire un’assistenza regionale omogenea anche per questa malattia, con condivisione di protocolli e procedure e particolare attenzione all’incidenza che essa presenta sulle cause di sordità infantile, ma anche con l’istituzione di un apposito gruppo di lavoro e mirate campagne informative».

Lo sostiene Angelo Capelli, capogruppo di Lombardia Popolare e vicepresidente della III commissione Sanità e politiche sociali, primo firmatario dell’interrogazione n.1442 a risposta urgente presentata e discussa recentemente in aula, sulla quale è intervenuto l’Assessore regionale al Welfare. «Il nostro obiettivo con l’interrogazione – dice Capelli- era capire quali azioni fossero state intraprese dalla Regione nei confronti del Ministero della Salute in ordine al d.m. 329/1999 e quali provvedimenti di competenza sono stati posti in essere a favore dei cittadini lombardi affetti da tale patologia. Dopo il suo intervento ho ribadito all’assessore Giulio Gallera la necessità che eserciti un impegno pressante sul Ministero affinché questa patologia, che ha enormi costi sociali, venga finalmente inserita nel decreto ministeriale».

«Il 5 ottobre 2016 – aggiunge il capogruppo di Lombardia Popolare – la III Commissione aveva votato la proposta di risoluzione n.72 e il 26 ottobre 2016 il Consiglio regionale aveva votato all’unanimità la risoluzione stessa con delibera n.X/1980 spingendo per la prima volta un’istituzione in Italia a esprimere un atto formale di riconoscimento di questo problema particolarmente rilevante che coinvolge bene cinque milioni di italiani».

«Si tratta di un passo in avanti importantissimo – dice Giuseppe Marchetti, presidente dell”Associazione nazionale Acufeni, che vede quali vicepresidenti Paola Perin e Roberto Pizzala ricercatori all’Università di Pavia -, anche se ottenessimo solo un impatto del 60%. Essere arrivati infatti, attraverso la disponibilità del vicepresidente Capelli, a sensibilizzare la classe politica di una Regione così importante e avanzata, dopo lo sforzo enorme compiuto per fare comprendere di cosa si trattava alla stessa classe medica, per noi costituisce un incredibile passo in avanti rispetto allo zero nel quale eravamo». «Come presidente dell”Associazione Bergamasca Acufeni – conclude Marcello Ferruami unisco volentieri al plauso per questa ennesima iniziativa regionale, che si muove nella direzione giusta. Auspico che domani possiamo davvero arrivare al riconoscimento dell”acufene come malattia invalidante, giungendo a una soluzione che da anni auspichiamo».

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